Carceri: Sisto, capitolo di grande drammaticita’ e rilevanza =
AGI0007 3 CRO 0 RNA / Carceri: Sisto, capitolo di grande drammaticita’ e rilevanza = (AGI) – Salerno, 14 giu. – Quello delle carceri “e’ un capitolo di grande drammaticita’ e di grande rilevanza”. Lo dice il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a margine del terzo congresso nazionale di Unicost a Salerno. “Questo – rivendica – e’ il primo governo che si e’ occupato direttamente delle carceri, a parte con il decreto Carceri, ma attualmente noi abbiamo in campo una serie di soluzioni. Innanzitutto, l’edilizia carceraria, non soltanto l’aumento dei volumi, ma la risistemazione di quello che c’e’, quindi una revisione degli spazi carcerari, ma soprattutto un grande investimento sul trattamento”. “Noto che l’attivita’ lavorativa riduce al 2% la recidiva. Chi lavora, chi ha una prospettiva, chi vede la luce in fondo al tunnel e’ colui che poi non torna a delinquere. Ecco, questo e’ lo scopo. Forti percorsi rieducativi e migliorare per esempio la sanita’”, aggiunge. Quanto proprio alla sanita’, “io un po’ ce l’ho con le Regioni, che hanno la responsabilita’ della sanita’, e sono, diciamo cosi’, poco attente. Non voglio dire carenti, in certi casi gravemente carenti. E perche’ una buona sanita’ nelle carceri da’ fiducia al detenuto. Il detenuto deve evitare due situazioni: lo sdegno che gli viene dalla mancanza delle condizioni minime. E ha detto bene Antonio Tajani che si puo’ privare della liberta’ qualcuno, ma non della dignita’. Il secondo dato da evitare e’ la depressione, cioe’ non vedere soluzioni, non vedere prospettive”. Per il viceministro, “lo sdegno porta alla rivolta, alle depressioni, ai gesti autolesivi. Siamo attenti, stiamo sul pezzo, non e’ facile. Certo, siamo contrari ad amnistie e insulti, riteniamo che liberare un carcere perche’ non c’e’ posto e’ assolutamente diseducativo e va contro l’articolo 27”. “In questo momento, pensiamo per esempio ai tossicodipendenti: noi proveremo a spalmarli in luoghi diversi dalle carceri. Pensiamo alla custodia cautelare su cui bisogna intervenire probabilmente per limitare il rischio di reiterazione con delle formule che non siano solo formule, ma diano al giudice la possibilita’ di intervenire direttamente su certi eccessi anche di misure cautelari. Il 20% dei detenuti e’ in carcere per ragioni di custodia cautelare, quindi un governo attento, e fatemelo dire anche un po’ competente, per troppo tempo abbiamo subito una giustizia gestita un po’ per il consenso e non per una logica di sistema. Noi proviamo a gestirla con il sistema”, conclude Sisto. (AGI)Sa2/Lil 141124 GIU 25