GIUSTIZIA: SISTO, ‘SU INTERCETTAZIONI GRAZIE A CORTE EUROPEA, BASTA STRAPOTERE PM’ =
Roma, 20 mar. (Adnkronos) – “Le esigenze del processo non sono sempre
prevalenti. Esiste un diritto alla vita privata, alla riservatezza,
alla libertà di espressione che conta quanto e talvolta più delle
esigenze investigative, a meno che non ci si trovi davanti a reati di
particolare gravità o a pericoli per la sicurezza pubblica. Questo è
il mantra. Togliendo al pubblico ministero la possibilità di acquisire
liberamente i tabulati e le chat, la sentenza riporta la necessità
della presenza di un giudice imparziale nella fase più cruenta delle
indagini preliminari, in linea con i principi espressi dalla nostra
Corte Costituzionale”. Così Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza
Italia e sottosegretario alla Giustizia, in un’intervista a ‘Il
Giornale’ esprime soddisfazione per la sentenza della Corte di
giustizia europea sulle intercettazioni che, si legge “ha messo nuovi
e cruciali limiti alle incursioni delle Procure nei dati privati dei
cittadini”.
“La sentenza della Corte di giustizia non ha efficacia immediata. Ma è
solo questione di tempo: perché non c’è alcun dubbio che l’Italia
abbia ora il dovere di adeguarsi alle indicazioni della Corte”
sottolinea Sisto indicando come “strada maestra” “l’intervento
legislativo. La norma va cambiata dal Parlamento. C’è la commissione
voluta dalla ministra Marta Cartabia, che entro aprile concluderà i
suoi lavori sul sistema penale, che sono convinto valuterà prontamente
le indicazioni venute dalla Corte di giustizia”. “Dentro il governo ci
sono sensibilità diverse, questo è chiaro. Io penso che il dialogo
vada benissimo e che il confronto sia indispensabile. Però in
democrazia poi arriva il momento in cui si deve decidere. In medicina
c’è un tempo per la diagnosi, per i consulti, le anamnesi: poi viene
il tempo della terapia. È inevitabile, salvo a pregiudicare la stessa
consistenza della democrazia” afferma.
Quanto alla nuova norma sulla prescrizione, conclude: “Veniamo da una
precedente esperienza governativa che ha visto la riflessione
giuridica trascurata, a mezzo di interventi spot, finalizzati solo al
consenso elettorale del giorno dopo. L’intervento programmatico della
ministra Cartabia in Parlamento dice chiaramente che quella stagione
ormai è alle spalle. Un cambiamento è indispensabile e sarà
inevitabilmente un miglioramento, perché l’attuale riforma travolge il
principio della ragionevole durata del processo, articolo 111 della
Costituzione”.